“Devi sapere che è invecchiato questo mondo. […] D’inverno non c’è più abbondanza di piogge per le sementi, d’estate non più il solito calore per maturarle, né la primavera è lieta del suo clima, né è fecondo di prodotti l’autunno. Diminuita, nelle miniere esauste, la produzione di argento e oro, e diminuita l’estrazione dei marmi […]. Viene a mancare l’agricoltore nei campi, sui mari il marinaio, nelle caserme il soldato, nel foro l’onestà, nel tribunale la giustizia […]. Pensi veramente che un mondo così vecchio possa ritrovare l’energia ancor fresca e nuova della sua giovinezza? Quanto alla frequenza maggiore delle guerre, all’aggravarsi delle preoccupazioni per carestie e sterilità, all’infierire di malattie che rovinano la salute, alla devastazione che la peste opera in mezzo agli uomini, anche ciò, sappilo, fu predetto: che negli ultimi tempi i mali si moltiplicano, e le avversità assumono vari aspetti, e per l’avvicinarsi al dì del giudizio, la condanna di Dio sdegnato si muove a rovina degli uomini.“
Tascio Cecilio Cipriano, vescovo cattolico e scrittore romano 200-258
Difficile dare un giudizio o schierarsi con i buoni o contro i cattivi, difficile credere alle notizie , vere o deformate, difficile guardare immagini di morte, leggere numeri di caduti, giovani, vecchi, bambini, madri, difficile passare da una guerra sanitaria ad una guerra reale, a pochi chilometri tra noi, difficile non piangere sentendo le storie di chi ci è dentro, difficile stare a guardare o ascoltare i buonisti o i filosofi spicci, difficile accettare che il mondo ormai è cambiato, difficile rimanere felici con lo spettro della morte, difficile fare ogni giorno ogni cosa con leggerezza, difficile non aprire la propria casa a chi l’ ha persa, difficile non fare parte del gregge, difficile sentirsi italiani in un mare di bugiardi e ipocriti , difficile sentirsi impotenti di fronte alle bugie, prima e ora, difficile.